FABBRICA DEI MARINATI

L'attrice Gina Lollobrigida testimonial
L'attrice Gina Lollobrigida testimonial
i camini della fabbrica dei marinati
i camini della fabbrica dei marinati
la sala fuochi
la sala fuochi
La spiedatura
La spiedatura
la cottura delle anguille
la cottura delle anguille
La sala degli aceti
La sala degli aceti
Il prodotto pronto per la commercializzazione
Il prodotto pronto per la commercializzazione
Le acquadelle fritte e marinate
Le acquadelle fritte e marinate

La manifattura dei marinati rimasta intatta nel tempo è dove veniva lavorata il pescato di valle, anguille, acquadelle, alici, sarde, in particolar modo.La lavorazione del pescato  impegnava molto personale, dando così ossigeno alla popolazione che allora viveva in assoluta povertà. La lavorazione avveniva in tre fasi,: Preparazione, cottura e marinatura  La cottura veniva effettuata in un'ampia sala, era caratterizzata da dodici grandi camini, disposti uno a fianco all'altro sul lato orientale; i camini erano distribuiti in cinque coppie alle quali si aggiungevano il primo e l'ultimo camino. Ogni coppia era intervallata da una nicchia, all'interno della quale si ponevano le donne addette alla cottura dell'anguilla. La conduzione dei camini era affidata ad esperte maestranze femminili (tre per ogni focolare) . Ogni donna aveva una mansione ben precisa: la prima era addetta alla regolamentazione del fuoco, affinché esso si mantenesse costante; la seconda aveva l'incarico di presiedere la cottura delle anguille, manovrando gli spiedi che a più riprese andavano spostati dal basso verso l'alto e viceversa per garantire una cottura ottimale. La terza donna, infine, si occupava di togliere dagli spiedi le anguille cotte e di riporle in appositi panieri, dove si raffreddavano e si asciugavano. Nella sala fuochi vi erano altri validi operatori, tra i quali gli spiedatori addetti ad infilzare in lunghi e acuminati ferri i rocchi di anguille preparati a loro volta dai tagliatori. Esternamente la sala fuochi era evidenziata da dodici fumaioli costruiti con mattoni a vista alti circa tre metri e mezzo, corrispondenti ai dodici camini. All'interno di ogni focolare è contenuto una sorta di graticcio metallico, costituito da alcune barre lunghe quanto la larghezza della bocca del camino. Dietro queste griglie veniva disposta la legna da ardere per la cottura. Nel piano pavimentale della sala era ricavata una stretta cabaletta, che lambiva longitudinalmente, all'esterno, i vari camini. In essa confluiva il grasso delle anguille prodotto durante la cottura. Successivamente nei tini veniva preparata la concia: aceto e sale, fondamentale componente per la marinatura delle acquadelle e delle anguille. L'aceto contenuto nelle botti proveniva dalla Puglia, principalmente dalla città di Vasto, poiché quello prodotto nelle zone limitrofe a Comacchio era troppo debole.  Venivano successivamente confezionati gli Zangolini, un contenitore completamente in legno pronti per la commercializzazione poi sostituiti da contenitori di latta.